(voce di SopraPensiero)

Il quarto tomo delle opere dello scienziato-filosofo toscano, nell’edizione nazionale sotto gli auspici di Sua Maestà il Re d’Italia, curata da Antonio Favaro e portata a termine tra il 1890 e il 1909.

Il quarto volume della Edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei contiene: Delle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono con: Diversi fragmenti attenenti al trattato delle cose che stanno su l’acqua ; Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono ; Considerazioni di Accademico Incognito. – Con postille e frammenti della risposta di Galileo ; Operetta intorno al galleggiare de’ corpi solidi di Giorgio Coresio ; Errori di Giorgio Coresio nella sua Operetta del galleggiare della figura, raccolti da D. Benedetto Castelli. – Con correzioni ed aggiunte di Galileo. ; Lettera di Tolomeo Nozzolini a Monsignor Marzimedici, Arcivescovo di Firenze [22 settembre 1612] ; Lettera a Tolomeo Nozzolini [gennaio 1613] ; Discorso Apologetico di Lodovico delle Colombe ; Considerazioni di Vincenzio di Grazia ; Frammenti attenenti alla scrittura in risposta a L. delle Colombe e V. di Grazia ; Risposta alle opposizioni di L. delle Colombe e di V. di Grazia contro al trattato delle cose che stanno su l’acqua o che in quella si muovono.

Il testo è presente in formato immagine sul sito “Gallica, bibliothèque numérique de la Bibliothèque nationale de France” (https://gallica.bnf.fr/), e parzialmente in formato elettronico sul sito del Museo Galileo di Firenze (http://biblioteca.imss.fi.it/).

Dall’incipit del testo:

Essendo la questione, se la figura operi o no circa ‘l descendere o non descendere i corpi della medesima gravità in specie nell’aqqua, e potendo di tale varietà esserne cagione diversi accidenti, oltre alla figura, bisogna, chi bene vuol determinare circa il nostro particolare, rimuovere, nel far l’esperienza, tutte le altre cause che possono produr questo medesimo effetto, lasciando ne i corpi la sola diversità di figura.
Per ritrovare, distinguere e separare le cause che impediscono o no il descendere, le quali siano altre che la figura, il mezo ottimo sopra tutti è l’esaminare………………………………
L’aqqua che bagna la tavoletta d’ebano, non è vero che accresca il suo peso, sì che per tale accrescimento quella vadia poi al fondo; perchè, se ciò fusse, molto più doverebbe andare se vi si aggiugnesse una falda di cera grossa quanto è un giulio, e pur si vede in contrario. Che poi l’aqqua nell’aqqua non accresca peso, è manifesto ad ogn’uno, etc.

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