In questo articolo del 1934 l’orientalista Angelo Maria Pizzagalli si chiede come si sia originata nell’India la credenza della metempsicosi. Alcuni studiosi ritengono sia ispirata ai cicli della natura o a un animismo dove oltre ad animali e piante sono vivi anche elementi come acqua o fuoco.

Pizzagalli nota che la credenza può essere nata da episodi in cui si crede di ricordare di aver già visto un evento anche se ne facciamo esperienza per la prima volta, ovvero si descrive miticamente una verità espressa da Bergson che dice che un ricordo nasce da abitudini motrici trasportate in un piano di coscienza più esteso. L’orientalista cita anche il filosofo Amiel che a volte percepiva se stesso come un’altra persona o un altro essere vivente, sentimento panteistico diffuso nell’India antica.

Pizzagalli poi nota che la metempsicosi spiega la sofferenza degli uomini giusti ed esprime il concetto metafisico di un’anima non solo immortale ma anche eterna.

Sinossi a cura di Michele De Russi

Dall’incipit dell’articolo:

La dottrina della metempsicosi, sebbene scientificamente indimostrabile, appartiene al gruppo di quelle dottrine, che l’animo umano accetta volentieri, e in cui si riposa per un atto di fede istintiva. La troviamo infatti tra i popoli barbari e tra quelli civili, nell’oriente e nell’antichità classica, nella storia antica e nel medio evo, e, anche ora, essa è uno dei capisaldi della teosofia; ma, se altrove essa fa un’apparizione sporadica, nell’India invece costituisce il cardine di ogni etica e informa la religione, anzi le religioni.
Persino una religione che, come il Buddhismo, nega l’esistenza di un’anima individuale, non ha potuto farne a meno, e del Buddha si ricordano numerose nascite in vite anteriori e in matrici diverse. L’importanza dunque di questa dottrina per le religioni indiane è fuori di discussione; non così la sua origine, sia che la si ricerchi storicamente, sia che la si studii psicologicamente. Infatti alcuni ritengono che essa sia rimasta ignota al Rig-Veda, così Weber, Régnaud, Oldenberg, Deussen, altri come il Lévi ritengono che parecchi passi del Rig-Veda vi accennino chiaramente. Certo nella letteratura vedica seriore, brâhmana e upanishad, essa ha una gran parte. Il Rig-Veda non rappresenta tutti gli aspetti della vita del suo tempo. Si può quindi ritenere che la dottrina della metempsicosi ignota agli Arii, invasori dell’India, ed estranea alla teosofia delle classi elevate, vivesse invece tra il popolo e avesse un origine pre-ariana.Non per nulla essa si trova largamente diffusa tra le popolazioni semiselvagge dell’Africa e dell’Oceania.

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