(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Le rane di Ko Samui di Paolo Agaraff.

Dall’incipit del libro:

Il cielo è terso, la mattina è calda e luminosa. Sotto lo spiombo del sole, la strada principale di Chaweng è vivacizzata dall’attività che si svolge attorno a piccoli bar, bancarelle-friggitorie all’aperto e mercatini, su cui sciamano turisti curiosi e tailandesi indaffarati. Come al solito, l’asfalto è assediato da rumorose motociclette e piccoli bus telonati, i songthaew, condotti da autisti pazzi abituati a guidare tra gli incauti pedoni con la massima velocità consentita dai vetusti mezzi, strombazzando senza posa. La colonna sonora è completata da radioline e mangianastri nascosti chissà dove, che diffondono in ogni direzione una melassa indefinita, fra pop occidentale e melodie orientali. Immersa nel caos, la Trattoria di Chaweng, unico locale italiano della zona, è gonfia di turisti. Qui dalle casse dello stereo risuona la voce nera di Paolo Conte, alle prese con una sorte bizzarra e cattiva, mentre i piccoli camerieri orientali corrono da un tavolo all’altro, dribblando clienti e vasi di fiori. Lorenzo Strozzi, l’arcigno proprietario, li dirige con aria scocciata dall’alto del suo metro e ottanta. Al suo sguardo aquilino non sfugge l’ancheggiare di un’indigena alta e procace che attraversa la strada. Incuriosito, Lorenzo la osserva entrare e dare un’occhiata attorno. La ragazza lo squadra minuziosamente, poi si avvicina: “Visto cartello. Cerchi caposala?” Strozzi soppesa ogni centimetro della splendida femmina, quindi sfodera un sorriso ambiguo: “Può darsi…” Comincia a girarle intorno, si sofferma sulle curve principali e si intrattiene sulla generosa scollatura: “Dovrò metterti alla prova… Sono molto esigente”. Lo sguardo della ragazza brilla di una luce divertita, difficile da interpretare, mentre le labbra carnose si volgono leggermente all’insù, rivelando la chiostra di denti bianchi: “Io fare tutto. Tanti anni di lavoro”. Lorenzo la scruta ancora, poi fa spallucce: “Vedremo. Ora seguimi… dove hai detto che lavoravi?” “Black Mama Drink”. Mentre si dirige verso le scale, tallonato dalla ragazza, i camerieri si scostano inquieti…