Pubblicato L’essenza dell’anarchismo di Cesare Enrico Aroldi.
Dall’incipit del libro:
Nel concetto comune, accettato dai più senza controllo, come moneta corrente, si suol designare col nome di anarchico colui il quale, professandosi nemico dell’attuale ordinamento economico-politico, vagheggia e, per quanto può tende con altri al fine rivoluzionario di rovesciarlo mediante la violenza, aspirando come ideale ultimo, come programma massimo, per dir così, della sua azione rivoluzionaria, ad una società nuova fondata sulla perfetta uguaglianza di tutti i suoi componenti, e quel ch’è più caratteristico, una società senza Governo, senza Stato, senza leggi, senza tribunali, senza nessuna di quelle istituzioni ufficialmente riconosciute (quali, ad esempio, la Proprietà, il Matrimonio, l’Esercito, ecc.), che, sotto forme diverse, si sono sempre mantenute presso tutti i popoli, in tutti gli ordinamenti e in tutti i tempi. Si è sempre fatta – e si fa tuttora da molti – una grande confusione fra socialisti e anarchici, fra la dottrina e l’ideale di questi ultimi e il collettivismo. Fa d’uopo invece riconoscere che, contro tutte le apparenze, c’è fra gli uni e gli altri, fra le teorie socialiste e le anarchiche, una notevolissima, per non dire anzi essenziale e insanabile divergenza. E la verità è che così sul terreno dottrinario come sul terreno pratico della propaganda e del programma, i capi riconosciuti delle due dottrine hanno sempre impegnato fierissime polemiche, e, sull’arena tumultuosa dei comizi, i socialisti e gli anarchici si schierano generalmente in due colonne avversarie e nemiche.