Pubblicato nel 1898, e poi ristampato nel 1906, questo romanzo è stato digitalizzato a partire dalla seconda edizione, uscita postuma, ed è preceduto da un breve scritto di Neera, altra romanziera di fine 800, che fu amica dell’autrice.
L’azione ruota intorno al dramma intimo di Mario, un adolescente malaticcio, ospitato in campagna da parenti, i ricchi cugini conti d’Orno. È segretamente innamorato della bella e dolce Carina, ed ammira il nobile e forte Lorenzo. Una circostanza fortuita mette tra le sue mani un documento segreto di famiglia, che se divulgato sarebbe la causa della rovina economica dei suoi benefattori: l’inquietudine su cosa fare di questo segreto lo fa ammalare. Deve rivelarlo, dando un colpo terribile a Lorenzo e Carina, o tacere?
Mario sceglie di tacere; ma questa scelta influenzerà da allora in poi la sua vita. La prima conseguenza è che i cugini scoprono che lui ha trafugato delle carte: si allontana quindi, sospettato di furto, prima che una formale denuncia lo colpisca. Lo ritroviamo qualche anno dopo, mentre cerca di gestire di persona, senza coinvolgere la famiglia, la situazione di cui è venuto a conoscenza, cioè che il vero erede delle ricchezze dei cugini sarebbe dovuto essere un figlio naturale del precedente Conte.
Lo rintraccia e ne diventa amico: è Bubi, un giovane che campa di espedienti, giocando a carte nelle osterie con alterna fortuna, sposato con una volgare popolana, Cate, e padre di una bimbetta. Neppure l’amicizia, improbabile ma sincera, di Mario con Bubi riesce a far luce sul segreto di Mario, un segreto che trasformerebbe la precaria situazione economica di Bubi, il quale infine, rovinato, si suicida. Mario, la cui salute peggiora costantemente, anche per i continui rimorsi che lo tormentano, decide di sposare la vedova di Bubi per dare a lei ed alla bimba un aiuto economico. Quando infine comprende che la morte si avvicina, Mario cerca un ultimo incontro con i cugini: ma neppure in punto di morte riuscirà a parlare, e porterà con sé nella tomba il rimorso dell’azione compiuta.
Memini è scrittrice perfetta nelle atmosfere nobili e raffinate di casa d’Orno, ma riesce comunque credibile anche nelle descrizioni degli ambienti volgari in cui vivono Bubi e ancora di più Cate. Nella prefazione Neera parla di lei in questi termini:
«Gran dama di nascita non seppe spogliarsi mai di questa caratteristica che la accompagnava suo malgrado di volume in volume, attenuando forse le sue doti di scrittore e dandole per compenso una fisionomia tutta propria che ci vieta di confonderla colle altre donne autrici.»
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Da mezz’ora e più, la carrozza della contessa Carina d’Orno aspettava davanti all’invetriata dell’atrio nel giardino della villa.
Non era però la prima volta che questo fatto avveniva, e, un osservatore attento avrebbe potuto facilmente avvedersene dalla posa rassegnata dei graziosi cavallini bianchi attaccati alla vittoria, dall’espressione profondamente serena del cocchiere e del domestico, nonchè dal tranquillo colloquio di Lorenzo d’Orno e dell’amico suo Gino Valserra.
I due gentiluomini erano ingolfati in una conversazione d’affari. Immaginarsi! Parlavano delle probabilità, più o meno plausibili, d’un prossimo rialzo nel corso delle sete. Mario stava un po’ in disparte, appoggiato al davanzale esterno d’una delle finestre a terreno. Aspettava anch’egli tranquillamente, ma per salutare soltanto, non per accompagnare, sua cugina, la bella contessa d’Orno. Essa ed il marito dovevano desinare in villa Ronati, e quivi lasciare il loro ospite Gino Valserra.
Scarica gratis: Mario di Ines Benaglio Castellani-Fantoni (alias Memini).