Questo breve Canto, pubblicato nel 1882, reca come sottotitolo “VI centenario del vespro Siciliano”, ed è stato dedicato a Francesco Paolo Perez, letterato e politico, già ministro della Pubblica Istruzione nel governo Cairoli II.
Per Costanzo, il mese di Marzo è il simbolo della ribellione, della lotta, ma anche delle emozioni forti, dei continui contrasti, a differenza degli altri mesi che hanno una precisa caratterizzazione.
«Tu vivi dell’istante
Che guizza e passa, amabil matto; e sai
Rinnovarti così che a te medesimo
Da un’ora all’altra non somigli mai.»
La storia in effetti ha contato non pochi episodi rivoluzionari in Marzo, come le Pasque Veronesi del 1797, i Vespri Siciliani del 1282, le Cinque Giornate di Milano del 1848, ma anche la morte di Cristo e dell’imperatore Tiberio, le Idi di Marzo fatali a Cesare, l’esecuzione degli anarchici Orsini e Pieri nel 1858. Senza dimenticare un pizzico di anticlericalismo:
«E il papa fugge, a l’odor de la polvere,
Cornacchia secolare, il Vaticano.»
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Marzo, tu sei, da Marte,
Il più pugnace; ed il più pazzo mese:
E, tutto bile e sangue, hai la vertigine,
L’arcana bozza de le cento imprese.
Superbo, insatisfatto,
Gentil, zotico, fiero, irrequieto,
La tua vita è un anelito, un’antitesi,
È la ribellione il tuo segreto.
Talor sembri Filippo
O Alessandro che il passo al campo move,
E ti brucia una febbre ed una smania
Di lotte, stragi, glorie ed orgie nove.
Talora mi somigli
Una piccosa, isterica fanciulla
Che va in deliqui ed estasi,
Ride, piange e s’inalbera per nulla.
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