Pubblicato Milano, storia del popolo e pel popolo di Cesare Cantù.
Dall’incipit del libro:
Nel 1844 dovendo a Milano raccogliersi il VI Congresso degli scienziati, il Municipio volle regalare agli intervenuti una descrizione della città, ed io accettai il grazioso incarico di redigerla. La ampliai a tutto il Milanese, e la divisi in due parti, Uomini e Cose: domandai la collaborazione di valenti, e, direttamente o per mezzo di esso Municipio, potei ottenere una quantità di notizie, fin allora arcane, intorno alle condizioni economiche e politiche della Lombardia; sicchè quel lavoro può dirsi la prima informazione statistica su questi paesi, alla quale s’appoggiarono le successive. Il Governo non si fe difficile a comunicarle; ma la Polizia (il gran deleterico) e il vicerè che di quella viveva, ne mossero lamenti e accusarono il compilatore come avesse sottratto tante notizie al secreto degli uffizj. Poichè a qualcosa giovano anche le peggiori cose, l’autore coprì sè e i collaboratori coll’autorizzazione avuta dalla censura. Così mostravasi un’altra volta che anche qui molto poteva dire e osare chi non fosse intirizzito da ambizioni e speranze. Al libro, comparso col titolo di Milano e suo Territorio in due eleganti volumi con belli intagli, precedeva uno schizzo storico. Quando nel 1856, sotto la mia direzione, si stampava l’Illustrazione del Lombardo-Veneto, io incarnai questo schizzo, ed è appunto quel che ora si riproduce, colle aggiunte e i miglioramenti che il tempo suggerisce o permette. Il lettore che porti questo lavoro al 1844 e al 1856 non troverà soverchia l’insistenza sul dominio forestiero, sul governo militare, sull’autonomia, sulle franchigie comunali sul bisogno della iniziativa personale e della responsabilità; nè l’importanza data alle consuetudini patrie, allora ancor venerate o amate, e ad una città e ad una provincia, che poi doveano smarrirsi nel gran concetto dell’unità d’un regno.