Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino di Giulio Gianelli.
È la novella più conosciuta di Giulio Gianelli, pubblicata a partire dal 1911, prima per la rivista L’Avvenire e poi, sotto forma di volume, dalla casa editrice del quotidiano cattolico Il Momento. Fu caratterizzata, all’epoca, da un discreto successo.
L’idea di un protagonista maschile dalla vita al contrario venne sfruttata anche nel racconto Il curioso caso di Benjamin Button, realizzato nel 1922 dallo scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald.
All’uscita in Italia, nel 2008, del film Il curioso caso di Benjamin Button, alcuni studiosi avanzarono l’ipotesi di una derivazione del racconto americano da quello italiano di Gianelli.
Tuttavia il primo tentativo di studio storico sulla possibile derivazione di Benjamin Button dalla Storia di Pipino è stato pubblicato nel 2015 da Patrizia Deabate in un articolo pubblicato dal mensile “Storia in rete”, in cui è stato posto in evidenza come sia storicamente possibile e plausibile che Fitzgerald conoscesse il racconto italiano, grazie alla missione diplomatica segreta svolta dal suo mentore Padre Sigourney Fay a Roma nell’inverno 1917-18 presso Benedetto XV, che lo nominò Monsignore. Nel successivo saggio “Racconti sulla vita al contrario” la Deabate ha effettuato un’analisi comparata del racconto di Gianelli e di quello di Fitzgerald rilevando una serie di analogie. In particolare: la presenza, nel racconto americano, di una sotterranea rete di simbologie religiose che sono le stesse del racconto di Gianelli. Pipino fu un personaggio autobiografico, simile al Gianelli. In tale studio l’autrice ha rilevato le ripetizioni delle stesse consonanti nei nomi dei personaggi dalla vita a rovescio: Pipino, Giulio Gianelli, Benjamin Button.
In seguito, nel saggio Il mistero di Benjamin Button passa dal Sacro Monte di Oropa , la Deabate ha posto in risalto come l’indicazione di Fitzgerald secondo cui il suo racconto fosse quasi uguale ad uno dello scrittore inglese Samuel Butler (invece inesistente), possa essere un’allusione a Gianelli. Le biografie di Butler e di Gianelli sono unite da un luogo sacro carissimo ad entrambi: Il Santuario di Oropa a Biella. Secondo il citato saggio di Patrizia Deabate, nel nome di Benjamin Button sarebbero presenti, cifrati, i cognomi “Gianelli” e “Butler”.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Gianelli
Dall’incipit del libro:
L’autore di questo racconto fiabesco si chiamava Giulio Gianelli, e, negli ultimi tempi, da tutti, Gianellino, perché pareva che con l’andare degli anni ringiovanisse, e nell’aspetto, nei modi, negli atti, fosse sempre più bambino, piuttosto che un uomo. La stessa sorte del suo immaginario Pipino!
Era un poeta, e, in quella famiglia, accanto ai giganti come san Francesco e Dante e Alfieri e Foscolo e Carducci, ci stanno anche gli umili sognatori, gli innamorati del bene, i pronti al sacrificio, le cui forze non sono di atleti combattenti, ma non minori ne sono la bellezza e il merito, perché essi danno tutto quello che hanno.
Gianellino era di questi poeti modesti ed eroici, e la sua vita fu un piccolo poema commovente quanto e anche più dei suoi versi.
A Torino, dov’era nato e rimasto presto orfano di padre e di madre, conobbe l’abbandono più desolato, il freddo, le notti all’aperto, la fame, l’ospedale; e tuttavia, non appena potè con mille stenti avere una soffitta e un pezzo di pane, spartì il suo poco con chi aveva meno di lui, e cercò i bambini abbandonati dormenti la notte alle porte della chiesa, o attruppati in cattive compagnie nei viadotti ferroviari del sobborgo, per i vicoli, sotto le arcate dei ponti. Prima li sfamava, poi li portava in chiesa a pregare, quindi ne otteneva la confidenza, li tratteneva come amici, li rallegrava, li consigliava, li consolava, li ammoniva.
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