La commedia è un raro esempio, nella produzione letteraria di Dossi, di un testo scritto integralmente in dialetto milanese o meneghino. Già l’autore, in particolare nell’opera autobiografica Altrieri, aveva sperimentato forme espressive particolari, fondendo elementi dialettali e lessico famigliare.
Questa giavanada (stupidata, sciocchezzuola), come indicato nel sottotitolo, “l’è stada scritta da duu amis in d’ona settimana”, è stata composta da ‘Pisper’ cioè da Pis-ani (Carlo Alberto Pisani Dossi) e da Per-elli (Luigi Perelli, nel 1873, anno di composizione della commedia, vicino al Teatro milanese di Cletto Arrighi), inseparabili amici. La commedia era stata annunciata e messa in cartellone,
«Ma poeu (el perchè nol se sà) l’è restada in di quint e pu nissun (compres i duu amis, o almen vun) la poduu mai conoss dove l’era andada a finì.»
Fu rinvenuta nel 1900 solo dopo la morte del Perelli e data alle stampe, in 100 esemplari fuori commercio. Dossi li distribuì con misura ed una copia la destinò proprio a Cletto Arrighi, cioè Carlo Righetti, scrittore e giornalista, tra i massimi esponenti della Scapigliatura, autore di numerose commedie in dialetto, che rispose con una breve nota riportata in questa edizione:
«Ho finito or ora di leggere i Cilapponi e ho riso assai. Io credo che questa produzione che la modestia dei due autori Pis e Per ha denominata giavanada abbia pienamente raggiunto lo scopo. Il pubblico forse in qualche punto el refignerà el nas ma ascolterà […].»
I cilapponi, ma chi sono costoro? In dialetto sono così definiti i ‘bauscia’, persone sciocche, superficiali. E queste sono infatti le caratteristiche dei membri della famiglia Matriggiani, protagonista della vicenda: al massimo orgogliosi dei loro minimi quarti di nobiltà, che difendono rifiutando qualsiasi lavoro e quindi ridotti quasi all’indigenza, ignoranti ma presuntuosi. I tentativi di donna Barbara di accasare la figlia Zelmira e il figlio Arturo saranno minati proprio dalla boria e dalla altezzosità dei Matriggiani.
Pur appartenendo egli stesso all’ambiente aristocratico, Dossi, usando una vivacissima vis comica, in questa commedia evidenzia tutte le critiche al suo mondo che egli si sente onestamente di muovere: la chiusura al mondo esterno, l’ipocrisia, l’incapacità ad affrontare le necessità della vita di tutti i giorni.
Grazie a Liber Liber:
«la Famiglia de cilapponi l’è tornada su dalla foppa, sana, viscora e con la voeuja anmò de fà rid ‒ roba, che, dopo tutt, in stoo mond chi pien de miseri l’è ben mèj del fà piang.»
Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Dall’incipit della commedia:
ATT PRIMM.
Ona scoletta (4.a elementare) ‒ Banchi a sinistra ‒ A dritta on tavol, ona poltrona e on scagn.
SCENA I. ‒ El SUR MAESTER, ROMILDO, SCOLARITT.
MAESTER (in pè)
Silenzio. Scrivano.
Dovere per casa ‒ punto ‒ Sciogli-e-re il quesito ‒ due punti, a capo ‒ (leggend on fojett) Un cassiere ha sottratto ‒ quattro ti ‒ da una cassa ‒ virgola ‒ in cui stavano Lire ‒ elle majuscola ‒ italiane tremila e ottocento settantatre e trentacinque centesimi ‒ virgola ‒ in
più volte….
ON SCOLAR (el dà on coppon’a Romildo ch’el glie settaa giò denanz).
ROMILDO
Aia!
MAESTER
Cosa c’è?
SCOLAR
Matriggiani m’ha dato un pugno.
ROMILDO
L’è lu che me l’ha molaa, lu, el pedocca.
Scarica gratis: Ona famiglia de Cilapponi di Carlo Dossi (alias Carlo Alberto Pisani Dossi).