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In questo romanzo d’esordio troviamo già i caratteri distintivi dell’arte narrativa di Colette: senso della natura, carica sentimentale e sessuale temprata da uno spirito sempre vivace e impertinente, che danno agio alla costruzione di un personaggio femminile che sfugge alle esigenze di una moda per presentarsi invece libera e indipendente, responsabile del proprio istinto.

In un contesto di tradizione della civiltà cretese, e non solo, che vede il tramonto delle società matrilineari, Merežkovskij, con la sua scrittura visionaria e sorprendentemente affascinante, coniuga i misteri della storia, dell’archeologia, del mito con la propria immaginazione.

Il titolo attribuito a questa raccolta di racconti brevi, che in senso figurato assume solitamente una connotazione negativa, è riconducibile forse alle relazioni amorose extraconiugali, spesso meramente sessuali e dall'esito infausto, che accomunano vicende ambientate nei più diversi contesti geografici e sociali.

Lo scopo dichiarato dall’autore, per queste novelle intrise di macabro mistero e orrore sullo sfondo di un ambiente provinciale aristocratico e decaduto, è quello di ritrovare nel banale scorrere dei giorni il sentimento del tragico nel senso più elevato del termine: per quanto narri di crimini atroci, una storia è sempre morale quando suscita l’orrore per le cose che descrive.

Pervaso da uno stato d'animo pieno di amarezza e di disinganno, Baudelaire, nell'ultimo decennio della sua vita, annota, sui temi più vari, pensieri, riflessioni, sfoghi su fogli sciolti, in inchiostro rosso, nero o blu, talora a matita, che saranno raccolti e pubblicati postumi.