Pubblicato Patria e cuore di Paride Suzzara Verdi.
Dall’incipit del libro:
Spero, lettori garbati, che mi vorrete scusare se la scena principale del racconto la faccio casa mia; a dirla, già, tanto è la mia casa che la vostra, non è egli vero? D’altronde, se non vi rincresce, leggetemi, e vi persuaderete senz’altro, come ai fatti che vi vengo a raccontare avrei potuto soltanto a scapito, non dico dell’effetto, ch’è il meno, ma della verità, cangiare niente niente di posto. E parlo così di verità, perchè la materia, l’essenza, il fondo, dirò, del racconto è cavato dal reale; il rimanente pura invenzione, la quale per fortuna si riduce a ben poca, e questa poca non vi torrò il merito e il gusto di trovarvela da voi. Toccherò luoghi, eventi e persone che m’incontrò di conoscere per pratica mia particolare; alle figure imaginarie che, ripeto, non saranno gran cosa, ci attaccherò fatti e passioni storicamente diffuse su molte; la quale industria, posto ch’io me ne valga a modo, farà il racconto più rapido e più animato d’assai. Ogni scritto, come sapete, del pari che qualunque altra opera d’uomo, sia d’arte o no, ha un proprio scopo, che è poi a fin di conto la sua naturale ragione di essere; e lo scopo del mio scritto, senz’andarlo tanto a pescare, vi si affaccia addirittura nel frontespizio. Raccomandare all’Italia in queste strette una città infelice, raccomandare più specialmente alle città lombarde una sorella svelta dalla maledizione, per non dir altro, al loro domestico amplesso, metter sott’occhio alcune ragioni singolari, poco o punto conosciute, ch’ella possiede alla commiserazione e all’aiuto dei compaesani, la non mi pare idea da poter disprezzare. Se e con qual frutto io mi sia ingegnato di raggiugnere siffatto intento, spetta a voi a giudicarlo. Certo che la vostra indulgenza, ove me ne vogliate usare, io non la pagherò d’ingratitudine; in ogni modo mi piace confidare che presso i cortesi l’intendimento troverà grazia, e che anche in questo caso i cortesi saranno i più.