Il romanzo fu pubblicato nel 1914, e indubbiamente risente dell’epoca in cui l’irredentismo trentino era stato posto al centro del dibattito politico; affronta però il tema con le caratteristiche tipiche dell’opera di Neera, ponendo al centro le passioni femminili e figure di donne, nobili o dell’alta borghesia, non convenzionali.
In un elegante salotto, tra maldicenze e vuote chiacchiere, vola una parola di troppo e scalda gli animi intorno alla questione tridentina. Il giovane trentino Ariele Moena sfida a duello il barone che ha insultato l’italianità della sua terra, e solo una signora quarantenne, a lui sconosciuta, mostra di capire le sue ragioni; lo soccorrerà dopo il duello e ne seguirà la guarigione dalle ferite riportate. I due si rivedono tempo dopo ad una conferenza sul Trentino, terra che la donna ama, ed in cui decide di trascorrere un periodo di riposo, lontana dalle preoccupazioni cittadine.
Qui, in un alberghetto di una tranquilla vallata, incontra nuovamente il Moena, con cui trascorre alcune giornate serene, tra passeggiate, lunghi silenzi e lettura di poesia. Si scoprono anime affini e innamorate, si scambiano un bacio; della donna non conosciamo il nome, ma il soprannome che le dà Moena, l’Unica. Lei ritorna in città, lui inizia a farle una discreta corte, mentre una delle amiche di lei sentenzia che “l’amore col primo capello bianco è imperdonabile”. Questo amore tra una donna non più giovane ed un uomo che potrebbe quasi esserle figlio però non è tra quelli cui il destino sorride. Neera ci porta da un episodio all’altro, ci fa seguire il filo dei pensieri soprattutto di lei, e ci accompagna fino alla drammatica ma non inattesa conclusione.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Le ultime note del duetto di Tristano e Isotta, sollevate da una esecuzione delicata e intelligente a tutte le vertigini del sogno, si rifrangevano nel loro molle abbandono di petali e di perle sulle pareti della sala patrizia che tante note aveva già raccolte e tanti sogni in sue secolari vicende. Le lampadine elettriche dalla vôlta del soffitto istoriato versavano attraverso calici di fiori una luce discreta sulla bellezza delle donne; e queste nel fascino della musica d’amore palpitavano lievemente, ricordando o sperando. Un sottile rivo di linfa inturgidiva le gole nude tra i merletti; sguardi carichi di languore si abbandonavano alla morbidezza del desiderio, appena velati dalle palpebre, in un cadere pudico e lento di cortina.
‒ I sentimenti elementari sono pur sempre il grande trionfo della musica.
Scarica gratis: Rogo d’amore di Neera (alias Anna Radius Zuccari).