Pubblicato Rosmunda di Vittorio Alfieri.

Dall’incipit del libro:

ATTO PRIMO. SCENA PRIMA
Rosmunda, Romilda.

Rosm.
Perfida, al ciel porgi pur voti; innalza, innalza pur tue vane grida al cielo; giá non fia ch’ei t’ascolti. Arde frattanto presso al Ticino la feral battaglia; quinci n’odo il fragor: né in dubbia speme mi ondeggia il core: del novel mio sposo l’alta virtú guerriera appien certezza del vincer dammi.
Romil.
Se Almachilde in campo val, quanto ei valse in questa reggia, allora che a tradimento trucidovvi il mio padre Alboino, ei vincerá: ma Clefi, che contro lui combatte, ora non giace nel sonno immerso, a ria consorte in braccio, come Alboín marito tuo giacea in quell’orrida notte. Il fior dei prodi Clefi ha raccolto a se dintorno: a un tempo ei la gran causa della fe tradita, dell’oltraggiato ciel, del volgo oppresso, e delle infrante Longobarde leggi sostien coll’armi; e vincitor lo spero.
Rosm.
Del Longobardo popolo la feccia segue or di Clefi le ribelli insegne; uom di sangue non vil fra’ suoi non conta: degno egli è ben, che tu per lui parteggi. E tu, di re sei figlia? Oh, in ver felice il mio destin, che madre a te non femmi! Nata di re, tu vile esser puoi tanto, che veder vogli la regal possanza col trono a terra?
Romil.
Anzi che iniquo il prema contaminato usurpatore, a terra veder vo’ il trono. E tu, consorte e figlia fosti di re? tu, che di sposa osasti a un traditor tuo suddito dar mano?