Pubblicato Storia della letteratura italiana del cav. Abate Girolamo Tiraboschi. Tomo VI – Parte III: Dall’anno MCD fino all’anno MD, di Girolamo Tiraboschi.

Dall’incipit del libro:

La gloria a cui nel secolo precedente avevano sollevata la poesia italiana Dante e il Petrarca, e la perfezione a cui essa da questi due poeti era stata condotta, pareva che la dovesse render l’oggetto dell’amore e dello studio di tutti coloro che pel loro felice ingegno sperar poteano di pareggiarne, o forse ancora di superarne la fama. E nondimeno essa fu quasi dimenticata, e non ricadde per poco nella antica rozzezza. Pochi, e per lo più di non molto valore, sono i verseggiatori italiani di questo secolo, e se se ne traggono alcuni che fiorirono verso la fine, appena ritroviamo chi debba essere rammentato con lode. Onde ciò avvenisse, non è difficile a mio parere d’intenderlo. Il passaggio di alcuni Italiani in Grecia, e la venuta in Italia di alcuni Greci ne’ primi anni del secolo di cui scriviamo, anzi fino dagli ultimi del precedente, risvegliò fra gl’Italiani un vivo entusiasmo per la greca letteratura; e ad essa si volser quasi tutti coloro che vollero aver luogo, e ottener nome fra gli eruditi. Quindi ancor venne lo studio della platonica e della aristotelica filosofia e le tante traduzioni e i tanti comenti degli antichi filosofi greci. Al tempo medesimo i codici greci venuti dall’Oriente risvegliarono il desiderio di andare in traccia ancor de’ latini, e perciò in niuna cosa più s’occuparono i dotti, che nel ricercare ogni angolo delle polverose biblioteche, nello scoprire le opere de’ classici autori, nel confrontarne i diversi codici, nel farne copie, nel dichiararle, nel commentarle.