Quarantatre componimenti poetici pubblicati la prima volta nel 1912. Avrebbe dovuto intitolarsi Canti d’Oltremare, ma poiché pochi mesi prima era stato pubblicato Canzoni della guerra d’oltremare di D’Annunzio, i “Canti” di Cucca divennero “Veglie” e “d’oltremare” si trasformò in “beduine”.
Introdotto dalla poetessa francese-magrebina Magali Boisnard, a suo tempo piuttosto nota, il testo ottenne considerazioni e lodi dalle recensioni della stampa. Tra le tante recensioni di De Gubernatis, Satta, Orano etc. riporto quella, che mi pare significativa, di Giovanni Marradi: “Finalmente tra centomila libercoli di versi, che ogni anno produce il bel suolo d’Italia, ecco un libro di versi e di belle rime che io ho potuto leggere tutto con vero piacere e che posso lodare con convinzione schiettissima. LeVeglie beduine promettono un vero poeta e un artista sincero”.
Ci si può soffermare sulle imprecisioni metriche di una raccolta che è comunque eterogenea sia per le forme strofiche che del verso; nonostante gli ottimi risultati bisogna aver presente che la capacità letteraria di Cucca è quella di un autodidatta. Ma voglio sottolineare che mentre in quel periodo la poesia ispirata al nord Africa si faceva portatrice di propaganda filocolonialista trasportando in poesia rombi di cannoni e soldati eroici destinati a far spazio al contadino “che rende fertile il deserto”, Cucca parla di quelle popolazioni come realmente sono e si erge come cantore dei miseri, umiliati e offesi dai loro colonizzatori.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
La Vita disse: “Lascia ch’io recinga
Con una siepe di pungente spino
Della tua giovinezza aspra e raminga
Il desolato e squallido giardino.
E tu sarai sì come chi si accinga
A camminare, e ignora il suo cammino;
Né avrai, fuor che la pena, alla solinga
Anima altro conforto, o pellegrino!”
Fratello, odi?… Così per selve e dune,
Montagne e valli ed oasi e caverne,
Seguo il mio sogno contro le sfortune.
E sol raggio di gioia pel mio cuore
È quando nel deserto una cisterna
Il suo balsamo dà pel mio dolore!
Scarica gratis: Veglie beduine di Francesco Cucca.