Pubblicato Verso l’esilio di Pietro Calcagno.
Dall’incipit del libro:
Quando coi polsi legati e scortato dai carabinieri sotto un acquazzone indiavolato, scesi alla stazione di Varallo-Sesia, comune di confine assegnatomi dal ministero, pensai che il mio arrivo in paese doveva essere noto, giacché un centinaio e forse più di persone, facevano ressa per vedermi. — Bene o male? — mi chiesi osservandole; e dai loro visi stranamente allungati, fuori delle smisurate ombrelle, non potei scorgere che l’espressione di una curiosità intensa. Frattanto sollevato e spinto dai “benemeriti” nella ressa che ci avvicinava, salii con loro nella carrozza scoperta che doveva condurci alla prefettura del luogo. Il cocchiere si fece subito largo schioccando vigorosamente la frusta, ed il veicolo partì fiancheggiato da parecchi monelli che a piedi nudi ed a calzoni rimboccati, pestavano furiosamente nelle pozzanghere della strada, spruzzandoci il viso di fango. Indispettito, il brigadiere tentò di allontanarli minacciandoli del braccio, mentre quelli scostandosi alquanto e facendo il gesto di schernirmi, mi gridarono in faccia: — Brutto ladraccio! — Canaglia! ribattei con forza, cercando invano di svincolarmi dai carabinieri che mi coprivano quasi del pastrano; e, disgustato già dall’acquazzone che mi stordiva, e sopratutto di entrare in un paese sconosciuto, scortato dai carabinieri, inveii imprecando contro tutto e tutti; e si capisce, incominciando dal governo fino a quella popolazione, che pur non conoscendo ancora, giudicavo già tuttavia ignorante e maligna.