Pubblicato Vita americana di Tullio Verdi De Suzzara.
Dall’incipit del libro:
Allorchè nell’aprile di quest’anno partii da Genova per Nuova York, avevo meco un bagaglio modesto, ma un’idea per me grandiosa: andare agli Stati Uniti, non perdere mai un minuto di tempo, vedere il più che fosse possibile, studiare con alacrità indefessa costumi, leggi e popolo, eppoi, tornato a casa, dar fuori per le stampe un buon libro sugli Stati Uniti d’America. Per tutti noi scrittori abbondanti e solleciti di giornali quotidiani, il libro, a una certa età, sopratutto dopo la cinquantina, diventa un’aspirazione. Ci punge vivo il rammarico d’aver dato il tempo e gli studi, le fatiche e l’ingegno ad un lavoro del quale non rimarrà alcuna traccia, e ci nasce in cuore il desiderio di vedere il nostro nome e cognome stampato sul frontespizio d’un volume che resti. Quale occasione migliore per me che quella d’un viaggio agli Stati Uniti? Avrei raccolto materiali totalmente nuovi; non avrei fatto nè un volume di storia nè un volume che fosse la nuda e sterile descrizione d’un viaggio. Mi sarei ingegnato di ritrarre al vivo la vita americana, di metterne in rilievo i pregi e i difetti, e di far sì che gl’Italiani s’invogliassero di studiarla, non fosse che per imitare, fin dove fosse possibile, la prodigiosa abilità e costanza degli americani a governarsi da sè, ed a porre il primo fondamento dell’indipendenza e della libertà nella ricchezza dei cittadini. Avevo meco alcuni libri, e durante il viaggio, a bordo del Werra, consacrai molte ore alla lettura di essi; libri italiani, inglesi e francesi, tutti sull’America. Volevo sapere quello ch’avevano scritto gli altri, per non scriverlo io, e per dare al mio libro di là da venire un’impronta originale. Ambivo di ricercare nella storia l’origine della prosperità degli Stati Uniti, e di farmi un anticipato concetto, mediante le descrizioni degli altri, di quello che tra poco avrei veduto io stesso coi miei occhi.